Revisione del diritto penale in materia sessuale – Solo sì è sì
Intervento al Consiglio degli Stati del 7.7.2022 - Marina Carobbio Guscetti
Un passo decisivo per cambiare la cultura sessuale del nostro paese, per allontanare il senso di colpa e la paura, per lasciarsi alle spalle la cultura dello stupro e creare una cultura del consenso - così si è espressa la ministra responsabile del dossier davanti al Parlamento spagnolo prima del voto che ha deciso il principio del "solo sì significa sì" nella legge spagnola. L'abbiamo ricordato anche oggi, alcuni giorni fa la Spagna si è allineata ad una decina di altri paesi europei, introducendo nella legge la nozione di consenso nei rapporti sessuali.
Il risultato spagnolo è frutto di battaglie durate decenni e anche dell'indignazione della società di fronte a sentenze, nelle quali gli autori di abusi ricevevano pene minori perché mancava la prova di coercizione e di violenza fisica. Come in Spagna, anche da noi l'argomento è molto seguito. C'è molta attesa tra la popolazione per la discussione che stiamo facendo oggi. Sono convinta che molte persone stanno seguendo con attenzione questo dibattito e stanno aspettando che finalmente ci sia un adeguamento della legislazione per sancire il diritto all'autodeterminazione sessuale e all'integrità sessuale.
Le violenze sessuali, vale comunque la pena ricordarlo, sono diffuse a livello mondiale e sistemico, danneggiano le persone coinvolte e l'intero tessuto sociale - la Svizzera non fa eccezione.
Da un'indagine svolta nel 2019 dall'istituto GFS Berna su mandato di Amnesty International è risultato che il 22 per cento delle donne interrogate ha già subito atti sessuali non desiderati, mentre il 12 per cento ha avuto un rapporto sessuale contro la propria volontà. Solo l'8 per cento delle persone implicate ha sporto denuncia dopo un episodio di violenza sessuale. Il numero esiguo di denunce alla polizia si fonda su numerose difficoltà che incontrano le vittime: i pregiudizi che vedono nella vittima una o un corresponsabile della violenza, i dubbi sulla credibilità, la vergogna, la paura, un sistema di sostegno inadeguato, una legislazione inefficace.
Oggi abbiamo la possibilità di rimediare almeno a questo ultimo punto, quello della legislazione. Finalmente, nelle due varianti presentate dalla commissione, si eliminerà, se andremo in questa direzione, la coercizione dagli elementi costitutivi degli articoli di diritto penale in materia sessuale relativa all'aggressione, alla coazione sessuale e alla violenza carnale. Ma la soluzione proposta dalla maggioranza della commissione, che prevede di introdurre il principio "no significa no!", non permetterà di proteggere le vittime in modo adeguato.
Con la soluzione proposta dalla maggioranza si continuerà infatti a focalizzare l'attenzione sull'atteggiamento della vittima e a far ricadere su di lei la responsabilità di quanto successo. La realtà delle violenze sessuali è complessa e diversa. Molte persone hanno riferito di essere state totalmente pietrificate per quanto stava succedendo in quel momento e per questo impossibilitate a rifiutare esplicitamente il rapporto. Parliamo del fenomeno del "freezing". E’ importante mettere il dito su questa situazione perché ci fa capire che bisogna passare al modello del consenso.
C'è poi il fatto che la soluzione del rifiuto è in contrasto con la Convenzione di Istanbul, la quale all'articolo 36 indica che lo stupro è un atto sessuale non consensuale. Il consenso deve essere dato volontariamente quale libera manifestazione della volontà della persona. In questo senso, nella consultazione si sono espresse numerose associazioni, enti interrogati e anche diversi cantoni tra i quali il mio, il canton Ticino.
Oggi è quindi importante e necessario sostenere il concetto proposto dalla minoranza Mazzone, che segue il principio del "solo sì significa sì".
Aujourd'hui, nous sommes appelés à décider des instruments que nous voulons donner aux victimes des violences sexuelles pour qu'elles puissent demander justice. De plus, en votant pour la solution du "oui, c'est oui", nous commencerons à changer la culture sexuelle de notre pays. Madame la conseillère fédérale, vous avez dit dans le débat d'entrée en matière que la violence sexuelle est l'expression d'un déséquilibre de pouvoir. Je suis complètement d'accord avec vous. C'est pour cela que, pour modifier ce déséquilibre de pouvoir, il faut, comme vous l'avez dit, augmenter la prévention, promouvoir l'éducation sexuelle, favoriser le soutien aux victimes. Je suis contente d'avoir entendu vos mots dans ce sens, qui iront de manière encore plus engagée dans cette direction.
Il faut poursuivre la mise en place de l'égalité des genres, mais il faut aussi aller vers une société où il existe une culture du consentement, du respect et de l'autodétermination sexuelle. Voilà donc pourquoi il est important maintenant de faire cette modification du code pénal et de soutenir ce que propose la minorité Mazzone.
Je vous invite à suivre cette minorité et à changer vraiment le code pénal dans ce sens et, en définitive, la culture de notre société en matière sexuelle.