«Altro che sgravi sulla benzina, un assegno federale anti-inflazione»

La settimana scorsa sia il Consiglio degli Stati che il Nazionale hanno detto seccamente no a sgravi sulla benzina. A una socialista e sociale come lei chiedo se era davvero un’idea tanto sballata?

“Le proposte dell’UDC in realtà non avrebbero fatto gli interessi della maggior parte della popolazione, nemmeno di coloro che abitano nelle zone più periferiche e che non sempre possono utilizzare i mezzi pubblici. Le faccio un esempio concreto: una famiglia di 4 persone con un reddito di 6.500 franchi mensili che fa 10.000 km all’anno in vettura (calcolando il consumo medio di benzina), con gli sgravi sulla benzina risparmierebbe circa 175 franchi all’anno. Con la stessa somma di 2 miliardi che verrebbe a mancare nelle casse pubbliche a causa degli sgravi sulla benzina, si potrebbe dare un assegno (chèque) federale una a tantum di almeno 300 franchi per adulto e 150 franchi per bambino. La stessa famiglia riceverebbe quindi 900 franchi di aiuti diretti”.

Si tratta quindi di un aiuto più esteso e più sociale?

“Concretamente noi abbiamo proposto un assegno federale in caso di crescita dell’inflazione a favore dell’80% della popolazione, e un importo degressivo fino a zero per i più benestanti. Oltre a ciò i maggiori incassi dell’IVA derivanti dall’aumento del costo dei carburanti, vanno redistribuiti sottoforma di riduzione di abbonamenti o biglietti per il trasporto pubblico, così come proposto con una mozione dal consigliere nazionale Bruno Storni. Da anni mi batto per combattere la crescente povertà, le disuguaglianze e per garantire il potere d’acquisto della classe medio e medio-bassa. Ciò si ottiene con salari più alti, pensioni dignitose, riducendo i premi cassa malati e gli affitti. Oltre a ciò, bisogna diminuire la nostra dipendenza dalle energie fossili e non favorirla con dei sussidi sulla benzina”.

Che peso ha avuto il fatto che fosse l’UDC a promuovere il taglio delle tasse sui carburanti?

“Non giudico le iniziative in base ai chi le ha proposte, ma per il loro contenuto. Ma queste proposte di diminuzione generalizzata delle tasse sui carburanti andavano soprattutto ad aumentare i margini di guadagno dei grandi distributori e non dei consumatori, come dimostrano le esperienze fatte in altri paesi, ad esempio in Germania”.

Ora sul tavolo ci sono altre ricette, iniziamo dall’idea di dare più soldi ai pensionati, categoria di coloro a reddito fisso che maggiormente soffriranno il carovita?

“Purtroppo è così ed è importante agire con urgenza adeguando le rendite AVS e AI al rincaro. Altrimenti le pensionate e i pensionati, a causa del forte incremento dei prezzi in Svizzera, rischiano di perdere diverse centinaia di franchi all'anno. Così come si deve agire a favore delle salariate e dei salariati adeguando i salari”.

Ma tante altre sono le categorie di cittadini che rischiano di subire i contraccolpi dell’inflazione. Allora lo Stato deve prepararsi a lanciare un “mega salvagente”?

“Proprio alla fine della sessione estiva come Gruppo socialista, assieme al Gruppo del Centro (PPD), abbiamo chiesto una sessione straordinaria delle Camere federali per discutere di misure urgenti per mitigare gli effetti economici della guerra in Ucraina. Abbiamo depositato congiuntamente delle proposte concrete per compensare il rincaro a livello di rendite pensionistiche e per ridurre i premi cassa malati. Un pacchetto di misure che andrà a favore, dei pensionati, di chi lavora, delle famiglie. Sono fiduciosa che ci sarà una maggioranza per adottare correttivi in questo senso: durante la pandemia abbiamo visto come, se c’è la volontà di agire, si possono erogare degli aiuti rapidamente”.

 Sui banchi della Camera dei Cantoni è arrivata una sua proposta per aumentare i sussidi di cassa malati. È questa la quadratura del cerchio?

“La prevista esplosione dei premi cassa malati per il 2023 colpirà in maniera importante il ceto medio e medio basso, in particolare coloro che non beneficiano o beneficiano poco dei sussidi. Nell’ambito del pacchetto di misure portate avanti con il partito del Centro, ho depositato una mozione che prevede un decreto federale urgente per aumentare del 30% il contributo federale alla riduzione dei premi individuali per l'anno 2023. Una proposta analoga è stata presentata al Consiglio nazionale”.

Dei premi di cassa malati si è discusso molto alle Camera e Berna dove c’è la consapevolezza che il problema c’è, più complicato è trovare delle soluzioni capaci di catalizzare larghe intese. Dobbiamo metterci il cuore in pace dato che si tratterà di un tema eterno e irrisolvibile?

“È responsabilità della politica affrontare queste questioni e anteporre l’interesse collettivo, che è quello di avere una sanità di qualità a costi accessibili, all’interesse di gruppi particolari. Mi sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo e che ora ci sia più consapevolezza che si deve agire contemporaneamente sui costi sanitari e sul finanziamento dei premi cassa malati. Sono molto contenta che la scorsa settimana il Consiglio nazionale abbia approvato un sostanziale controprogetto all'iniziativa del Partito socialista per limitare i premi dell’assicurazione malattia. Un controprogetto che prevede 2,2 miliardi in più di contributi alla riduzione dei premi e che di fatto sgrava i redditi medi e medio-bassi non solo sul corto periodo. Mi impegnerò affinché anche il Consiglio degli Stati decida in questo senso. Mi auguro poi che le misure per contenere l’aumento dei costi, evitando il ricorso a prestazioni inutili ma costose, favorendo le cure di base, e limitando i prezzi dei medicamenti non vengano nuovamente bocciate a seguito delle pressioni delle lobby, come purtroppo è avvenuto solo alcuni mesi fa”.

Quello dei sussidi di cassa malati è un tema che in Ticino ha già fatto a lungo dibattere. Quanto dovrebbe essere pronto a dare e fare il Ticino su questo fronte?

“Nell’ambito della riduzione dei premi, il Ticino è tra i Cantoni che contribuiscono di più, questo anche perché i livelli dei salari sono più bassi e molte economie domestiche necessitano di aiuto. Anche in Ticino bisogna pensare a misure urgenti per alleviare ulteriormente le conseguenze della crisi e l’effetto dei premi cassa malati, in attesa delle misure a medio termine che dovrebbero arrivare in risposta alla nostra iniziativa”.

Il PS a livello federale chiede poi un tetto temporaneo per le spese accessorie e in presenza di un tasso d’inflazione superiore al 5%. Un assegno federale a pioggia?

“No, i prezzi dei combustibili fossili per il riscaldamento stanno avendo un impatto particolare sui costi di locazione, in particolare sui costi accessori. È probabile che si verifichino costi aggiuntivi fino a 1200 franchi per famiglia. Con i premi cassa malati, i costi per l’alloggio sono le principali voci di spesa per molte economie domestiche. È quindi importante agire in questo ambito a livello federale, ma anche cantonale”.

Intervista di Gianni Righinetti, vicedirettore, apparsa sul Corriere del Ticino il 22 giugno 2022.

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