Una vera parità di genere in tutti gli ambiti
Cento anni fa, nel 1917, veniva fondato il “PS Donne”, un’associazione che all’epoca si batteva soprattutto per il suffragio universale, ossia garantire a tutte e tutti il diritto di voto. Sono stati necessari oltre cinquant’anni, ma questa battaglia è stata vinta. Purtroppo, ci sono ancora molte battaglie in corso e il femminismo resta necessario, anche nel 2021. Se teoricamente donne e uomini in Svizzera godono già da tempo degli stessi diritti, questo nella pratica non è rispettato: la strada delle eguali opportunità non è ancora raggiunta completamente. La differenza salariale tutt’ora presente, il lavoro di cura in gran parte non retribuito, le poche donne con posti a livello dirigenziale e il confronto con stereotipi e la violenza di genere – sono molte le sfide che le donne devono affrontare.
Alla nostra assemblea dei/delle delegat*/del Partito socialista del 2017 abbiamo approvato il seguente “manifesto per una socialdemocrazia femminista”, disponibile qui in francese e qui in tedesco.
Nel 2021 ho avuto l’onore di essere una delle quattro copresidenti della Sessione delle donne durante la quale 246 donne provenineti da tutta la Svizzera si sono trovate a Berna per discutere di questioni legate alla parità di genere e su come meglio promuoverla. In plenaria, sono state adottate 23 petizioni (le trovi qui in francese e qui in tedesco), ossia proposte concrete per raggiungere la parità in ambiti che vanno dalla sanità, alla sicurezza e al mondo del lavoro, che saranno sottoposte al Parlamento e al Consiglio federale.
Lottare contro gli stereotipi di genere, soprattutto tramite un’educazione al rispetto delle diversità e all’uguaglianza vera fra i sessi, è fondamentale anche per fermare le violenze di genere. I casi di femminicidio sono putroppo in aumento nel nostro Paese (2021: 25 femminicidi e 10 tentativi (dato al 15 dicembre 2021); 2020: 16 femminicidi e 5 tentativi).[1] Per contribuire a fermare questi crimini efferati contro le donne, ho depositato due atti parlamentari: la mozione 20.3503 chiedeva la correzione dell’articolo 113 del Codice penale svizzero e l’interpellanza 20.3505 per promuovere un utilizzo consapevole anche nei media del termine “femminicidio”.
[1] Dati di stopfemizid.ch