4. giornata cantonale cure palliative

Gentili Signore, egregi Signori

Grazie mille per l’invito a portare il saluto delle istituzioni federali. Ho lavorato per diversi anni come medico di famiglia nell’ambito delle cure palliative per “hospice Ticino”, ed è quindi un particolare piacere poter essere qui con voi. Quando nel 2007 sono stata eletta in Consiglio nazionale ho dovuto smettere questa mia attività, perché per un medico, così come lo è per un infermiere o altre tipologie di personale di cura, la presa a carico di pazienti nell’ambito delle cure palliative necessita di molta disponibilità di tempo, difficilmente conciliabile con il mandato a Berna. Il mio interesse per questo ambito tuttavia rimane, anche quasi dodici anni dopo. Il mio trascorso professionale si riconduce quindi bene al tema della giornata: “Cure palliative nella medicina di famiglia”.

Ho avuto il grande privilegio di accompagnare alcune persone durante la presa a carico in ambito palliativo, di essere loro vicina in momenti molto delicati, di conoscere le loro famiglie e di collaborare con medici, infermieri, fisioterapisti e personale di cura altamente professionale. Essere qui oggi con voi alla “4. Giornata cantonale delle cure palliative” non è per me una questione di rappresentanza, ma è poter partecipare a un momento di riflessione su un settore in cui credo molto per garantire e sviluppare cure di qualità e garantire un approccio globale della presa a carico.

In Svizzera abbiamo un eccellente sistema sanitario che ci viene invidiato dal mondo intero, che è però sotto pressione, in particolare per quando riguarda il continuo aumento dei premi cassa malati e dei costi sanitari: è quindi necessario che la politica garantisca le condizioni quadro per mantenere e migliorare tale eccellenza, senza tuttavia mettere in discussione il principio della solidarietà tra gli assicurati e senza mettere in pericolo l’accessibilità universale, che va garantita indipendentemente dalle risorse finanziarie del singolo.

Questa sfida è sempre stata al centro del mio lavoro politico e vale ovviamente anche per l’ambito delle cure palliative: mi impegno per assicurare un accesso equo alle cure palliative di tutte le persone che ne hanno bisogno. Ciò significa garantire del personale formato, un sostegno adeguato alla persona ammalata e ai suoi famigliari, nonché una presa a carico interdisciplinare, che oltre alle figure professionali vede presenti anche numerosi volontari.

A livello federale sono attualmente in discussione due temi molto importanti per chi si occupa di cure palliative. Il Consiglio nazionale ha approvato una modifica di legge- che ora sarà esaminata dal Consiglio degli Stati- per introdurre un congedo di 14 settimane per i famigliari curanti di bambini malati di malattie gravi. Un passo importante che andrebbe esteso anche a chi si occupa di adulti bisognosi di cure. Il secondo oggetto riguarda l’iniziativa popolare lanciata dall’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri “per cure infermieristiche forti “ che intende formare più personale di cura e rafforzare la figura delle infermiere e infermieri . Attualmente la commissione preposta sta esaminando un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare. Il bisogno di personale di cura ed infermieristico è riconosciuto e necessita ora di misure concrete.

Da un sondaggio realizzato tra i Cantoni su incarico dell’UFSP emerge chiaramente che negli anni scorsi l’offerta di cure palliative si è ampliata in tutta Svizzera. A questo sviluppo hanno contribuito in modo determinante le misure della Strategia nazionale in materia di cure palliative 2010-2015 e la Piattaforma cure palliative.

La «Strategia nazionale in materia di cure palliative» di Confederazione e Cantoni interessa diversi settori, quali la formazione, la sensibilizzazione e la ricerca. Quale base comune è stato elaborato il «Concetto quadro per le cure palliative in Svizzera», il quale costituisce la base per una definizione delle cure palliative su scala nazionale. Come un filo conduttore, questo concetto tocca tutte le tematiche della strategia nazionale e permette di uniformare i termini e le definizioni finora utilizzati per consentire un orientamento chiaro e una migliore comprensione reciproca. Finora nel contesto internazionale non è mai stato svolto un lavoro paragonabile.

Al momento del lancio della «Strategia nazionale in materia di cure palliative» sono state presentate anche le linee guida nazionali sulle cure palliative, responsabili di definire questa tipologia di cura, illustrare i valori fondamentali, i principi di trattamento e indicare i gruppi target e chi è chiamato a fornire questo tipo di cure. Questo documento fornisce così le basi per l’attuazione della «Strategia nazionale sulle cure palliative». Per favorirne la più ampia accettazione in Svizzera, l’elaborazione delle linee guida ha coinvolto una vasta cerchia di attori: più di 100 tra organizzazioni e istituzioni hanno infatti partecipato al processo di stesura. Organizzazioni dei diretti interessati e dei pazienti, associazioni specialistiche, mediche e di cura, istituzioni che si occupano della formazione, Cantoni, Uffici federali nonché organizzazioni ecclesiastiche, ecc. Nell’approntare il documento si è tenuto conto dei loro pareri espressi in merito alle sette linee guida.

Complementare a questa strategia è invece la più recente piattaforma Cure Palliative (PCP). Essa promuove lo scambio e la messa in rete degli attori nazionali e dei Cantoni nel campo delle cure palliative. La Svizzera è un paese federalista e questo aspetto svolge un ruolo importante anche nella politica sanitaria: sia i Cantoni che la Confederazione devono sfruttare appieno il loro margine di manovra e attuare misure volte a garantire la qualità e l’accessibilità del nostro sistema sanitario – in ambito di cure palliative e non solo.

Il Ticino ha fatto da pioniere nelle cure Palliative in Svizzera. Tra questi pionieri vedo oggi alcuni volti. Grazie a loro, grazie a voi, è stato possibile introdurre già diversi anni fa un’assistenza vicina ai pazienti, coinvolgendo gli ospedali cantonali ma lavorando molto a livello ambulatoriale, affiancando agli specialisti delle cure palliative medici di base e di famiglia, garantendo una presa a carico su tutto il territorio cantonale e una buona raggiungibilità.

Questa rete di cure palliative necessita evidentemente, accanto all’offerta ambulatoriale, di strutture stazionarie di supporto e di cura. Importante in questo senso è lo sviluppo della strategia cantonale, che ha incluso anche le case per anziani nella rete di cure palliative. Centrale poi è una formazione adeguata del personale curante, dai medici agli infermieri, ad altri figure professionali. Formazione che in Ticino da qualche anno trova riscontro in seminari e corsi brevi, ma anche in percorsi formativi più impegnativi erogati dalla SUPSI, quale un CAS, un DAS e un corso per medici.

Penso quindi che negli ultimi anni sono state poste le basi – giuridiche, ma anche creando reti di collaborazioni e scambio – per sviluppare le cure palliative con successo, permettendo la miglior presa a carico del paziente in questo momento difficile, per il paziente stesso e la sua famiglia. Queste basi sono un punto di partenza e non di arrivo, esse devono infatti adattarsi alla realtà che cambia. Se si parla di cure palliative giustamente non si pensa più unicamente alle persone con malattie oncologiche, ma ci si rivolge a persone affette da disturbi cognitivi o altre malattie croniche. Le cure palliative si basano sulla interdisciplinarietà della presa a carico, durante la quale non solo i professionisti sanitari giocano un ruolo centrale bensì anche i malati stesso e le loro famiglie.

In ambito delle cure palliative è sempre importante ricordare la differenza tra “inguaribile” e “incurabile”: solo perché il decorso della malattia non è arrestabile e il paziente non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione, non significa che non si possa – e debba – più fare nulla. Oltre al controllo del dolore e degli altri sintomi assume importanza primaria il prendersi cura dei problemi psicologici, sociali e spirituali del paziente, ovunque egli si trovi, a casa o in ospedale.

Lavorare nell’ambito delle cure palliative significa quindi rispettare la vita e considerano il morire un processo naturale – un’ovvietà, ma questo non lo rende più facile da accettare in molti casi. Ecco perché è fondamentale preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine – reso possibile grazie a voi. Grazie mille per il vostro invito ad essere qui oggi, ma soprattutto grazie per il vostro impegno quotidiano.

Alessandro

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