Breve resoconto di un anno al Consiglio degli Stati

È passato poco più di un anno dalla mia elezione al Consiglio degli Stati. In questi mesi ho portato avanti con convinzione e passione i temi da sempre a me cari: la sanità, la lotta contro la povertà, la promozione della parità di genere e la cultura. Rispetto a tutti questi ambiti, la crisi di coronavirus non ha fatto che esacerbare la situazione e ha mostrato insistentemente la necessità di agire concretamente per risolvere questi problemi che gravano sulla nostra democrazia. Ecco perché ho lavorato intensamente presentando delle proposte attuabili e realistiche e continuerò a farlo per tutto il corso della presente legislatura.

Ho inoltre collaborato strettamente con il Consiglio di Stato ticinese e la deputazione alle Camere federali (che ho presieduto nel 2020) per sostenere le necessità del nostro cantone a seguito della pandemia sia di ordine sanitario che economico.

La pandemia di coronavirus ha puntato insistentemente i riflettori sul sistema sanitario svizzero. Posti di fronte all’evidente carenza di personale sanitario e allo stress al quale sono sottoposti infermieri, medici e tutte le persone attive in questo ambito, ho deciso di presentare una mozione (20.3425) per richiedere che in Svizzera siano formati più medici. Questa proposta è stata accolta dal Consiglio degli Stati. Un altro settore della sanità che mi sono adoperata a sostenere è quello delle cure palliative. In questo senso sono stata relatrice di commissione in favore della mozione 20.4264 Per un finanziamento adeguato delle cure palliative, che è stata adottata dal Consiglio degli Stati. Ritengo fondamentale assicurare che tutte e tutti i pazienti che ne necessitano abbiano accesso a queste cure alla fine della loro vita. Mi impegno in questo senso non solo a livello politico ma anche come presidente di palliative ch l’Associazione svizzera per le cure palliative che presiedo da giugno 2020. Un altro tema centrale per il quale mi sono impegnata molto lo scorso anno e che è attualmente ancora all’esame del parlamento riguarda l’iniziativa popolare “per cure infermieristiche forti” e il relativo controprogetto indiretto. La pandemia ha mostrato la necessità di investire nel settore sanitario e di disporre di sufficiente personale medico e sanitario. Le richieste dell’iniziativa popolare, lanciata dall’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri e per la quale sono nel comitato d’iniziativa, vuole rafforzare questa professione, darle il giusto riconoscimento e aumentare il numero di infermieri formati nel nostro paese.

La povertà esiste anche in Svizzera, nel 2018 ne era colpito circa l’8% della popolazione (fonte: swissinfo). Se prima il fenomeno era prevalentemente nascosto, il coronavirus lo ha reso più manifesto. Penso ad esempio alle foto delle circa 2’500 persone che nel maggio 2020 a Ginevra si sono messe in fila per ricevere alimenti per un valore di 20 franchi (fonte: swissinfo). È oltremodo necessario contrastare con misure urgenti la povertà e il suo prevedibile aumento dovuto alla pandemia. In quest’ottica ho presentato una mozione (20.3423) che è stata trasmessa per esame alla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati. Questo passo permetterà uno studio attento delle varie proposte concrete che ho elencato nel testo della mozione. Ho inoltre proposto delle misure per sostenere i lavoratori tramite il versamento delle indennità di lavoro ridotto (20.3762) e chiesto di agire per evitare che i disoccupati esauriscano il diritto all’indennità (20.3761).

La promozione della parità di genere e la fine della violenza di genere sono due temi che porto avanti con convinzione. In Svizzera, nel periodo 2009-2018, 471 donne (62,6%), 191 uomini (25,4%) e 90 bambini (12%) sono stati vittima di omicidi o tentati omicidi (Ufficio federale di statitica). Si tratta per ogni categoria di una cifra troppo alta, ma questi dati mostrano anche che le donne sono particolarmente soggette alle violenze. Il fenomeno è conosciuto internazionalmente con il termine di “femminicidio”. In Svizzera, il Codice penale nella lingua italiana e francese, utilizza il termine “passionale” per descrivere una categoria di omicidi con pena inferiore a quella dell’omicidio intenzionale. La passione, utilizzata spesso dai media per descrivere l’omicidio di una donna da parte di un (ex)compagno, porta a una “scusare” l’atto in quanto la persona non era in sé. Non è più accettabile che questo accada. Per questa ragione ho presentato la mozione 20.3503 che chiede la correzione dell’articolo 113 del Codice penale svizzero. Inoltre, per eradicare il femminicidio, non solo sono necessarie ulteriori misure concrete, ma è anche necessario iniziare a promuovere l’utilizzo di questo termine. Per eliminare certi comportamenti bisogna dapprima definirli in modo che possano essere correttamente individuati e capiti. È quello che ho proposto di fare depositando l’interpellanza 20.3505 Eradicare il femminicidio in Svizzera.

Anche sul mondo del lavoro molte donne e molti uomini subiscono delle discriminazioni a causa del loro genere. Per questo ho invitato il Consiglio federale ad adottare la convezione n. 190 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (20.4578). Il 2021 ricorre il 50. Del diritto di voto e elezione delle donne. Come presidente di Omaggio 2021 vogliamo rendere omaggio alle miglia di donne svizzere che hanno lottato- e lotteranno- per le pari opportunità.

La cultura in tutte le sue sfaccettature è un elemento imprescindibile per il benessere della nostra società. Per questo motivo mi sto impegnando in modo particolare affinché la Rete Due, il secondo canale radio della della RSI, non sia smantellato (20.4479). Mi sono inoltre impegnata a favore dello stanziamento di 28 miliardi nell’ambito del Messaggio sulla promozione dell’educazione, ricerca e innovazione per il periodo 2021-2024 (20.028) e per il Messaggio sulla cultura (20.030) riuscendo a far approvare più fondi a favore della lingua retoromancia. Sono inoltre stata relatrice sul pacchetto Orizzonte per la partecipazione della Svizzera ai programmi di ricerca europea (20.052). Solo potendo accedere alla rete europea i settori della ricerca e dell’educazione svizzeri potranno mantenere ed accrescere la loro qualità. Ho infine, presieduto la commissione sul Programma della legislatura 2019 – 2023 (19.078), per la quale sono poi stata relatrice in parlamento. In questo ambito siamo riusciti a inserire tra gli altri, un piano d’azione per le lingue. Sono inoltre presidente di Biliomedia della Svizzera italiana e membro della Fondazione Spyri a sostengo dell’Istituto svizzero media e ragazzi

Tra gli altri temi, in seno alla commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati sto lavorando sul progetto di stabilizzazione dell’AVS (AVS 2021) (oggetto 19.050). Con le colleghe e i colleghi di partito e in quanto vicepresidente dell’Iniziativa delle Alpi mi impegno a sostenere le proposte per proteggere l’ambiente e per spostare il traffico pesante che attraversa le Alpi su rotaia. Sono inoltre molto sensibile all’inclusivisi della nostra società e delle nostre istituzioni.

Naturalmente, come succede per la logica stessa del Parlamento, ci sono alcune sfide che durante quest’anno ho portato avanti con successo mentre altre non sono purtroppo state accettate dalla maggioranza del Consiglio degli Stati o delle commissioni nelle quali opero. Non si tratta però di sconfitte: ritengo necessario il confronto sulle idee, lo scambio costruttivo di opinioni divergenti, per permettermi di evolvere nella mia azione politica. Inoltre, anche se certe mie proposte non sono state adottate il fatto solo di averle sollevate in parlamento gli ha dato importanza, le ha “portate alla luce” e hanno magari sensibilizzato alcune persone che non erano a conoscenza di questi temi.

Oltre al lavoro parlamentare sono attiva in numerose organizzazioni, convinta che il legame con la società civile e i problemi concreti con i quali è confrontata la popolazione siano centrali per portare avanti una politica volta a combattere le disuguaglianze, per più giustizia sociale e uno sviluppo sostenibile. In particolare, oltre alla presidenza di Palliative ch, nel novembre 2020 ho assunto la presidenza di Soccorso Operaio Svizzero a livello nazionale, dal gennaio 2021 di Swisstransplant e sono copresidente di AMCA. A questo link il registro completo delle mie attività e dei miei legami d’interesse.

Nel mio secondo anno al Consiglio degli Stati intendo portare i temi che mi stanno a cuore, sempre con l’orecchio attento alle necessità contingenti del Cantone Ticino e della Svizzera, ma senza dimenticare l’importanza di uno sviluppo più equo anche nel Sud del mondo e nei paesi più fragili.

Infine, un ringraziamento va a tutte e tutti coloro che hanno portato e continuano ad assicurare il loro contributo, spesso invisibile ai riflettori ma non per questo meno essenziale (anzi!), per permettere il funzionamento del nostro Paese durante la pandemia. Grazie alle sue cittadine e ai suoi cittadini la Svizzera potrà certamente uscire da questa crisi sanitaria, sociale ed economica.

Alessandro

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