Un sì a salvaguardia della salute pubblica
Intervento di Marina Carobbio Guscetti, Consigliera agli Stati, alla conferenza stampa del comitato promotore dell’iniziativa “Giovani senza tabacco” - giovedì 13 gennaio 2022, Lugano
Fa stato il testo parlato
Gentili Signore, Egregi Signori,
Vi ringraziamo per aver accolto l’invito a partecipare alla conferenza stampa del comitato promotore dell’iniziativa “Giovani senza tabacco”, in votazione il prossimo 13 febbraio.
Sebbene gli effetti nocivi del fumo, anche passivo, siano noti da anni, la Svizzera deve ancora fare molto per promuovere la salute pubblica in questo ambito. Chiediamo ora al popolo di inserire un ulteriore tassello nella lotta contro il fumo: proteggere i giovani dalla pubblicità del tabacco.
Gli ostacoli che affrontarono coloro che negli anni ’60 iniziarono a promuovere interventi contro i prodotti del tabacco furono, tra gli altri, l’onnipresenza delle sigarette nelle pubblicità, che contribuivano a rafforzare il loro status symbol, e la forza dell’industria del tabacco. Permettetemi di illustrare come ancora oggi dobbiamo affrontare le stesse resistenze in Svizzera.
Sono passati i tempi dei cowboys, ma i messaggi delle campagne pubblicitarie dei produttori di tabacco non sono cambiati: mondi da sogno, sicurezza di sé, libertà e molto altro. I giovani, in un periodo di formazione dell’identità, sono particolarmente sensibili a queste promesse. Diversi studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato una causalità fra l’esposizione alla pubblicità del tabacco e il rischio che un giovane inizi a fumare. Tanto più alta è l’esposizione, maggiore sarà il rischio. In Svizzera, Il 16,2% dei giovani di età compresa fra i 15 e i 17 anni ha già ricevuto regali pubblicitari dalle multinazionali del tabacco. Il 57% delle persone che fumano inizia a consumare tabacco prima di aver compiuto i 18 anni.
Nel rapporto 2019 della Scala di controllo del tabacco in Europa la Svizzera è al penultimo posto della graduatoria su 36 Paesi, classificati per la loro lotta contro il fumo. È all’ultimo posto in materia di proibizione della pubblicità delle sigarette. La Svizzera ha sottoscritto nel 2004 la Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco ma non l’ha ancora ratificata. Unica nazione in Europa a non poterlo fare a causa di insufficienti restrizioni alla pubblicità e sponsorizzazione.
L’industria del tabacco in Svizzera si ostina inoltre a non comunicare i dati sulla pubblicità, a differenza di quanto avviene in 179 Paesi del mondo (tra cui tutti i Paesi europei), dove invece vige l’obbligo di trasparenza.
Per informazione, in Svizzera hanno sede alcuni dei principali produttori di sigarette al mondo, tra gli altri Philip Morris a Losanna e British American Tobacco a Boncourt. La nuova legge sui prodotti del tabacco adottata dal Parlamento nell’ottobre 2021 permetterebbe ancora la pubblicità sui giornali gratuiti, su Internet e sui social network e nei festival, dunque proprio sui canali utilizzati dai giovani. Nessun divieto anche per la distribuzione di gadget pubblicitari, che spesso raggiungono i giovani. Soltanto sui manifesti e al cinema non sarà più consentito pubblicizzare i prodotti del tabacco, un divieto che è già oggi presente in molti Cantoni. Non si tratta di un controprogetto efficace all’iniziativa!
Il consumo di tabacco provoca ogni anno costi diretti che gravano sul sistema sanitario per un ammontare di 3 miliardi di franchi, pari al 4% di tutte le spese sanitarie. Pertanto gli assicurati e i contribuenti pagano 363 franchi pro capite all’anno – il che equivale a circa 1’500 franchi all’anno per ogni famiglia con due figli – anche se non fumano.
Anche l’economia sostiene i costi indiretti del consumo di tabacco, vale a dire le perdite di produzione causate dalla perdita temporanea o duratura della capacità lavorativa delle persone malate. Costi indiretti fino a un ammontare di 3 miliardi di franchi. La perdita per l’economia è di gran lunga superiore rispetto a quella che subirebbero il settore pubblicitario e gli organizzatori con l’introduzione di restrizioni pubblicitarie.
Pubblicità che vendono miraggi, interessi economici a profitto di pochi, una politica poco incisiva, questo è quanto affrontiamo ancora oggi nella lotta contro i prodotti del tabacco.
La presente iniziativa gode del supporto di coloro che sono confrontati quotidianamente con gli effetti nocivi del fumo: medici, organizzazioni sanitarie come la Lega svizzera contro il cancro e la Lega polmonare svizzera, associazioni sportive e giovanili.
Mi auguro che il 13 febbraio sia approvata l’opinione di chi ha a cuore la salute dei giovani, di tutte e tutti noi.