La sempre attuale importanza della sicurezza sul lavoro
Fa stato il testo parlato
Gentili signore, Egregi signori,
sono onorata di essere stata invitata a partecipare alla 37a Assemblea generale ordinaria della Società Svizzera di Sicurezza sul Lavoro. Vorrei ringraziare tutte e tutti voi per l’importante lavoro di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgete. In questo contesto storico caratterizzato da una velocizzazione dei ritmi di lavoro e da una complessità crescente dei compiti, è importante che la salute di coloro che lavorano sia messa in primo piano.
La legislazione svizzera prevede che i datori di lavoro garantiscano posti di lavoro sani e sicuri (Ordinanza sulla prevenzione degli infortuni, art 3; Ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro, art 2). Ma è solo grazie al lavoro in sinergia di tutti gli attori coinvolti – datori di lavoro, medici del lavoro, lavoratrici e lavoratori e voi specialisti del settore – che questa garanzia può esistere. Il mondo del lavoro evolve così come lo fa la nostra società. È chiamato a rispondere a fenomeni interni ma anche a fattori esterni. Uno di quest’ultimi è di grande attualità.
La pandemia di coronavirus con la quale siamo confrontati da un po’ più di un anno non ha fatto che rendere ancora più doverosa la protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, specialmente dei più vulnerabili, e ha reso questa messa in sicurezza più complicata. Assicurare un ambiente di lavoro sano e sicuro è inderogabile non solo per proteggere il personale ma anche per contrastare la diffusione del virus all’interno della società. In ogni luogo di lavoro abbiamo visto comparire distributori di disinfettanti, è stato introdotto l’obbligo di portare la mascherina, di arieggiare e di mantenere le distanze sociali. Gli spazi del lavoro sono stati modificati dalla pandemia. Non solo, il coronavirus ha anche spostato i luoghi di lavoro: molte persone hanno fatto ricorso al telelavoro abbandonando temporaneamente, tra gli altri, gli uffici, le aziende e le aule scolastiche. I dati sulla popolazione attiva nel secondo trimestre del 2020 pubblicati dall’Ufficio federale di statistica mostrano che nei settori dell’informazione, della comunicazione, dell’educazione o della finanza, non meno di otto dipendenti su dieci hanno usufruito del tetelavoro.[1] Negli altri settori dove più difficilmente le lavoratrici e i lavoratori hanno potuto accedere al lavoro a distanza sono invece stati implementati dei piani di protezione del personale straordinari.
La sfida che il coronavirus rappresenta per il mondo del lavoro è grande e inedita. La pandemia ha mostrato quanto sia importante che le misure prese per promuovere la sicurezza e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori siano flessibili e facilmente adattabili al contesto mutevole nel quale viviamo. Ringrazio tutte e tutti coloro che si sono adoperati per mettere in atto puntualmente e prontamente delle rigorose misure a salvaguardia di tutti coloro che operano nel mondo del lavoro.
La promozione della sicurezza e della salute nel mondo del lavoro ha naturalmente quale obiettivo primario la tutela delle persone. Il risultato finale però non è unicamente limitato ai singoli: una società costituita da individui sani è anch’essa sana. E una società che sta bene può garantire un’economia florida. Abbiamo visto durante l’insorgere della prima e della seconda ondata di coronavirus come il mondo del lavoro sia stato in prima linea per assicurare il funzionamento “più normale possibile” della nostra società. Penso ad esempio alla categoria degli operatori sanitari, agli autisti dei trasporti pubblici, agli impiegati dei supermercati, e agli insegnanti. E non si tratta certamente di una lista esaustiva. Grazie al lavoro di tutte e di tutti è stato possibile affrontare la pandemia e garantire all’economia svizzera una solidità di certo non scontata. È imperativo che le lavoratrici e i lavoratori siano tutelati: Essi sono infatti parte attiva della società e ne garantiscono la prosperità e il buon funzionamento. Ma a trarre benefici dalla salute dei salariati non è solo l’economia nel suo insieme.
Investire nella gestione della salute in azienda è economicamente vantaggioso. Gli studi dell’iniziativa per la salute e il lavoro in Germania, pubblicati nel 2015, hanno messo in evidenza un ritorno medio di 1 a 2,73 sull’investimento. Il che significa che per ogni franco investito nella gestione della salute in azienda, i datori di lavoro hanno economizzato in media 2,73 franchi. Questo è dovuto a una diminuzione dei tempi di assenza dovuti a malattia o infortunio.[2]
Naturalmente, per essere efficace, la promozione della sicurezza e della salute sul posto di lavoro deve anche essere diversificata per rispecchiare le differenze di esposizione ai rischi nei diversi settori, ma anche quelle delle molteplici categorie di lavoratori. Di seguito prenderò come esempio due categorie di salariati che presentano delle diversità per le quali è importante adeguare le misure di promozione della sicurezza e della salute.
Vorrei dapprima soffermarmi sulla tematica della sicurezza sul lavoro delle donne. Esistono infatti delle differenze di genere che incidono sulle professioni esercitate, sulle condizioni lavorative e sulla modalità di trattamento tra uomini e donne. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro[3] mette in evidenza alcune differenze che possono influire sui rischi corsi da lavoratrici e lavoratori. Le donne, per citare alcuni punti, “svolgono mansioni che sono spesso erroneamente considerate sicure e semplici”, inoltre “coniugano una duplice responsabilità, sul luogo di lavoro e a casa” e infine “sono sottorappresentate a livello di supervisione e di gestione”. Tutto ciò mostra la necessità di intervenire con misure specifiche di promozione. In questo frangente considero benefica l’inclusione di donne nei gruppi di lavoro sulla promozione della sicurezza e salute come pure l’inserimento delle tematiche di genere nella valutazione dei rischi corsi sul posto di lavoro.
Non si tratta di uno “sfizio” delle promotrici delle teorie di genere. In Svezia, uno studio ha mostrato come le lavoratrici soffrissero di maggiori problemi di salute rispetto ai loro colleghi, il che comportava anche una loro uscita dal mercato del lavoro prematura. Si tratta quindi di una tematica rilevante per l’economia e per l’intero paese. Penso nello specifico svizzero ai costi della disoccupazione e della cassa malati che ricadono sulla società intera. In Svezia, per ovviare a questa situazione, tra le altre misure, gli ispettori del lavoro sono stati formati a tener conto degli aspetti di genere che rendono diversa la promozione della sicurezza e della salute tra le lavoratrici e i lavoratori.[4] Ritengo importante che anche in Svizzera si implementi una politica di promozione della sicurezza e della salute che sia rispettosa delle differenze di genere.
Un’altra categoria particolarmente a rischio sono le lavoratrici e i lavoratori atipici. In questa categoria troviamo coloro che operano con contratti a durata determinata, lavoro a tempo parziale e a turni e su chiamata.[5] Rispetto ai “lavoratori standard” i lavoratori atipici operano solitamente con un minor grado di tutela. Per questa ragione è importante assicurare loro una maggiore e specifica attenzione. I cosiddetti “atipici” sono persone scarsamente integrate all’interno dell’azienda e quindi anche nei sistemi di sicurezza, in quanto assunti in modo temporaneo. I ritmi elevati, i turni frazionati e l’insicurezza del posto di lavoro sono tutti fattori che esercitano una grave pressione psicologica sulle lavoratrici e sui lavoratori atipici. Lo stress psicologico causa di conseguenza problemi fisici e psichici che possono arrecare gravi danni alla salute. In un’analisi del 2015[6], il dottor Francesco Giudici dell’Ufficio di Statistica del Canton Ticino ha definito “Temporanei” i lavoratori “caratterizzati da contratti a durata determinata, redditi bassi, poche ore di lavoro, lavoro a tempo parziale e su chiamata”. In questa categoria, sempre secondo quanto rilevato dal dottor Giudici, le persone “presentano il maggior numero di problemi di salute fisica, mostrano un numero più elevato di stati d’animo negativi, consumano più farmaci e antidepressivi e hanno pensato più spesso al suicidio nelle due settimane che precedono l’intervista”. È una categoria che merita quindi di essere considerata con la più grande attenzione.
Tra i professionisti che si occupano della promozione della salute sul posto di lavoro vorrei citare i medici specialisti in medicina del lavoro. Il loro ruolo è essenziale sia nell’ambito della prevenzione che della riabilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Come abbiamo visto in precedenza, garantire il benessere fisico, mentale e sociale degli individui nel mondo del lavoro è essenziale per tutta la nostra società.
Siamo tutti coscienti delle sfide che attendono la promozione della sicurezza e della salute nel mondo del lavoro. Nel mio intervento ne ho solo citate alcune. La mondializzazione e l’agevolazione degli spostamenti dei lavoratori rappresentano anch’esse delle questioni da affrontare. La nostra società diventa sempre più multiculturale e multilingue, e con essa anche il mondo del lavoro. È necessario che anche le misure di protezione adottate tengano conto di tutti questi elementi.
Sono molto attenta alla salute delle lavoratrici e dei lavoratori, non solo perché di formazione sono medico. Vorrei impegnarmi al vostro fianco per promuovere, anche tramite i canali della politica, i vostri obiettivi di tutela e di prevenzione. Accolgo volentieri i vostri suggerimenti e considero questo incontro come un’occasione importante di condivisione e di scambio delle nostre opinioni.
Grazie a tutte e a tutti per l’attenzione e per il vostro lavoro!
[1] BASSIN Aline, Covid: près d’une personne sur deux a télétravaillé, Le Temps, 29.09.2021
[2] Sécurité au travail en Suisse, Magazine, 03/20, Septembre 2020, pp. 6-7
[3] https://osha.europa.eu/it/themes/women-and-health-work
[4] L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Svezia: ambiente di lavoro delle donne e prevenzione dei DMS, 2020, pp. 1-13.
[5] GIUDICI, L’impatto del lavoro sulla salute: impieghi atipici e insicurezza lavorativa, maggio 2015, p. 5
[6] GIUDICI, L’impatto del lavoro sulla salute: impieghi atipici e insicurezza lavorativa, maggio 2015, p. 5
Discorso pronunciato in occasione dell’Assemblea generale della Società Svizzera di Sicurezza sul Lavoro il 22.3.2021 in videoconferenza