My Lens My Reality - Locarno, 01.09.22, Vernissage

Marina Carobbio, Consigliera agli Stati

Fa stato il testo parlato

 

Stimata municipale di Locarno signora Lunghi,

Stimate signore Gasser e Marelli

Gentili signore, Egregi signori,

ringrazio le organizzatrici e gli organizzatori che hanno permesso la realizzazione di questa mostra, in particolar modo il Consorzio Svizzero Disabilità e Sviluppo, e le  quattro organizzazioni che lo compongono: CBM Svizzera, FAIRMED, Handicap International e International Disability Alliance. Così come un grande grazie va alla città di Locarno e al dicastero cultura per aver permesso di ospitare l’evento nella Svizzera italiana.

La mostra realizzata dal Consorzio Svizzero Disabilità e Sviluppo tratta di temi a me molto cari: l’aiuto allo sviluppo, il genere e l’inclusione. Il metodo utilizzato per farlo è intimamente forte, vediamo e sentiamo la realtà quotidiana di dieci donne nepalesi, confrontate con discriminazioni multiple a causa del loro genere, della disabilità, dell’appartenenza a un gruppo minoritario e/o a una famiglia povera, così come loro stesse hanno deciso di presentarcela. La loro vita e i loro sentimenti non sono catturati da un osservatore esterno, ma a ognuna di queste donne è stato (finalmente) reso il potere di trasmettere il suo punto di vista unico e privato. In inglese, e sempre di più anche in italiano, si parla di empowerment che nella psicologia sociale significa “processo di riconquista della consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e del proprio agire”[1].

Queste donne, lo vedrete e lo leggerete, sono forti, consapevoli e desiderose di contribuire al benessere e alla crescita della società nepalese. Vogliono lavorare, votare, partecipare ai processi decisionali che le riguardano. Non accettano che la loro disabilità, fisica o psico-sociale, definisca chi sono e cosa possono fare. Ma perché ciò accada è necessario che siano eliminate tutte le barriere che lo impediscono: sia fisiche sia a livello di pregiudizi e discriminazioni. Per la cooperazione allo sviluppo questo deve essere un tema centrale, da attuare anche grazie agli strumenti guida internazionali che sono, tra gli altri, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile che promette di “non lasciare nessuno indietro” (Leave no one behind).

La recente pandemia di covid-19 ci ha mostrato come anche nella nostra società, in un momento di crisi, i diritti delle persone con disabilità siano tra gli ultimi a ricevere attenzioni.  Esistono tuttora anche in Svizzera molte barriere, sia istituzionali sia fisiche, che non permettono una totale integrazione delle persone con disabilità. A Berna mi sto impegnando molto perché la nostra società sia inclusiva non solo a parole e slogan ma anche nei fatti. In particolare, ho proposto che siano implementati programmi e progetti per prevenire e combattere la violenza domestica, la violenza sessualizzata e la violenza specifica contro le donne (e le persone con altre identità di genere) con disabilità. Inoltre, il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati hanno accettato il mio postulato a favore di una piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva.

La Svizzera ha aderito all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile  che prevede un approccio intersettoriale, nelle politiche portate avanti a livello nazionale e internazionale dal nostro paese. I diritti delle persone con disabilità devono essere promossi e protetti da soprusi ovunque nel mondo.

Una società forte è una società coesa che integra tutti i suoi membri, riconosce e promuove le abilità specifiche di ognuno. Lo sentiamo nelle parole delle dieci donne nepalesi e in quelle di tutte le persone affette da disabilità nel mondo. Parole che ci devono dare la forza per agire per i diritti delle persone con handicap qui come ovunque.

[1] Garzanti Linguistica online.

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Dal 29 agosto al 2 settembre Locarno ospita per la prima volta in Ticino My Lens My Reality, una mostra fotografica legata a uno studio commissionato da Swiss Disability and Development Consortium, in cui, a titolo esemplificativo, si è esaminata la situazione delle donne con disabilità in Nepal, un paese prioritario per la Direzione dello sviluppo e della cooperazione.

Potete visitare la mostra nella Corte del Palazzo SES, Piazza Grande 5 a Locarno.

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